La disposizione in serie delle stazioni di sollevamento è un fattore di criticità del sistema, perché un guasto in una delle stazioni più prossime al depuratore mette inevitabilmente in crisi tutte le stazioni a monte, determinando l’attivazione delle condotte di scarico a mare.
D’altra parte questa fragilità deriva dalla necessità di operare in un ambito urbano congestionato e dalla volontà di fruire comunque dei vantaggi e dell’economia di scala tipici di un impianto centralizzato.
I benefici di un unico impianto centralizzato, in alternativa a 10 depuratori per i 10 comuni, sono notevoli: accentramento della manutenzione, accentramento della supervisione, maggiore stabilità delle caratteristiche del refluo in ingresso, migliore smaltimento dei fanghi, recapito più idoneo per lo scarico, economia di scala.
La configurazione in serie comporta l’interruzione del funzionamento di tutto il tratto a monte del punto oggetto di disservizio o fermata programmata, con conseguente scarico a mare delle stazioni precedenti.
D’altra parte una singola stazione non è bypassabile semplicemente connettendo idraulicamente le tubazioni di arrivo con quelle di mandata, infatti non è possibile per esempio pompare indifferentemente il liquame, con macchine dimensionate per il pompaggio con una certa prevalenza, dalla stazione S8 alla stazione S9 oppure dalla stazione S8 all’impianto.
L’alternativa tecnica consiste quindi nel disporre un sistema di adduzione di riserva per poter sottoporre a manutenzione la tratta principale; ma disporre di più di un collettore in un ambito così congestionato (la via Aurelia spesso è l’unico percorso possibile) diventa impensabile per la presenza di molti altri sottoservizi e posizionare tubazioni con diametri fino a 800 mm è molto più difficile che far passare per esempio i cavi della fibra ottica. Anche raddoppiare le stazioni per poterle sottoporre alternativamente a manutenzione, richiederebbe spazi non disponibili; soluzioni provvisorie, come stazioni mobili di bypass per il periodo di manutenzione, sono state scartate perché richiederebbero un lavoro di predisposizione talmente rilevante (ripresa delle tubazioni di ingresso e di uscita, posizionamento sotto il piano di campagna per evitare rigurgiti nelle tubazioni di arrivo a gravità) da configurarle come installazioni fisse a loro volta, con lunghi tempi di fermata anche per il semplice lavoro di predisposizione (nell’ipotesi che gli spazi fossero disponibili).
Infine un sistema di bypass integrale (anche se ci fosse lo spazio per realizzarlo) sarebbe improponibile anche dal punto di vista economico.