Descrizione Impianti - Pagina 4

La caratteristica principale dei processi ad ossidazione biologica consiste nella utilizzazione dell'ossigeno, fornito artificialmente attraverso 3 soffianti da 350 kW (che realizzano una portata d’aria di 10.000 mc/h a 1 bar), in condizioni favorevoli a mantenere l'attività dei microorganismi.

- Sezione di ossidazione: soffiante -

La miscela liquami - fanghi viene infatti aerata mediante un sistema a microbolle posto sul fondo della vasca stessa. Ne risulta la produzione di materiale biologico flocculato disperso nella massa del liquido (fanghi attivi); questi fiocchi di materiale biologico aggregano le particelle colloidali fini ed adsorbono attraverso un’elevata superficie specifica (superficie per unità di volume) altre sostanze disciolte.
Il sistema di insufflazione dell’aria nel 2007 è stato praticamente raddoppiato (oltre 6.000 piattelli) coprendo integralmente le vasche in pianta.
Poiché la copertura totale impedisce depositi e zone morte, si attua una migliore insufflazione e non è necessaria agitazione mediante mixer durante il rimescolamento attuato dall’aria. Così i mixer possono funzionare esclusivamente durante i periodi di arresto delle soffianti. Trattandosi di 16 mixer da 10 kW ciascuno, per una durata di attivazione media delle soffianti di 10 ore al giorno, si è realizzato un risparmio annuo di oltre 500.000 kWh. 

- Sezione di ossidazione: copertura -

Le alte concentrazioni microbiche presenti nelle vasche di aerazione sono rese possibili dal continuo ricircolo del fango proveniente dalla sedimentazione finale  e condotto a miscelarsi al liquame influente; il ricircolo permette la miscelazione dei liquami entranti con microorganismi già perfettamente efficienti e adattati alle particolari condizioni locali, pertanto le reazioni biologiche si innescano con rapidità. Avviene pertanto nella vasca a fanghi attivi, ad opera dei batteri nitrificanti, la trasformazione dell' azoto dalla forma ammoniacale (NH4)  a quella ossidata a nitrato (NO3), contemporaneamente alla ossidazione biologica della sostanza organica.

Nel 2005 sono terminati i  lavori per realizzare un nuovo sistema di ripartizione della portata fra ossidazione e decantazione finale. Il nuovo sistema di tubi e paratoie già oggi garantisce maggiore flessibilità ed elasticità di esercizio alla linea acque ed è stato realizzato in previsione dell’allaccio del Comprensorio finalese.

I fanghi biologici presenti nella miscela aerata proveniente dallo stadio di ossidazione-nitrificazione vengono separati dal liquame ormai depurato, nelle vasche di sedimentazione finale. In una prima zona di degasaggio (4 vasche aventi lunghezza 6,4 m, larghezza 15 m, profondità 2,5 m) un sistema di aerazione a macrobolle rompe le eventuali microbolle di ossigeno, impedendo così la risalita dei fiocchi di fango.
Nella zona successiva di chiarificazione (4 vasche di lunghezza 67 m, larghezza 15 m, altezza 2,5 m) i fanghi sedimentati vengono raccolti da ponti raschiatori con tubi aspiranti, ed immessi in canalette poste lungo le pareti dei bacini. Giungono infine in pozzetti dove  sono in parte  ricircolati in denitrificazione (fanghi di ricircolo) e in parte  inviati ai trattamenti successivi della linea fanghi (fanghi di supero).

Nell'ultima sezione di impianto è stata realizzata una sezione di filtrazione finale per l’affinamento delle caratteristiche dell’effluente anche in condizioni di emergenza.

filtro a tamburo filtrazione

-filtrazione finale: vista superiore di un filtro statico a tamburo-

L’impianto di filtrazione è composto da 7 filtri statici a tamburo con dischi, dotati di una pompa di lavaggio ciascuno. La filtrazione avviene attraverso pannelli filtranti con luce da 18 microns dall’interno del tamburo verso l’esterno. La rotazione dei tamburi intorno ad un asse orizzontale consente l’alternanza delle superfici filtranti ed il lavaggio.
Il contenuto medio dei solidi sospesi in uscita nel 2009 è stato di 7 mg/l ciò permette la successiva disinfezione, che richiede un contenuto di solidi sospesi totali in ingresso inferiore a 10-15 mg/l.
Sono utilizzate 140 lampade a bassa  pressione di vapore di mercurio (protette da guaina di quarzo) che erogano una energia minima garantita di 35 mJ/cm2.
L’acqua può essere disinfettata percorrendo un canale, dove sono installate 140 lampade con portalampada  a moduli estraibili; con le lampade attive (per una potenza installata di 35 kW) è garantito il rispetto del limite raccomandato di 5000 UFC/100 ml, anche se, scaricando a 100 metri di profondità e a 1500 metri da riva, la semplice diluizione ha sempre favorito una buona qualità delle acque di balneazione.

La disinfezione dell’acqua depurata per usi interni (acqua industriale) utilizza un impianto di debatterizzazione con raggi U.V. su tubazione, per la disinfezione supplementare delle acque di servizio ad uso interno, in modo da migliorare la qualità dell’acqua depurata usata all’interno dell’impianto (circa 80.000 mc all’anno). L’impianto per l’acqua di distribuzione interna tratta 140 mc/h di acqua depurata con un valore puntuale massimo di escherichia coli in uscita di 100 UFC/100 ml. Si utilizzano 4 lampade a media pressione con una potenza specifica di 2 kW ed una potenza totale di 8 kW.

lampade UV
- disinfezione di emergenza: lampade U.V. -

Il punto di sversamento finale del refluo depurato è posto a 1500 metri di distanza dalla costa e a 100 metri di profondità.

Le analisi effettuate con cadenza annuale nel periodo 1995-2005 e nel 2007 nella zona di scarico del refluo depurato attestano la buona qualità delle acque nella zona di scarico; ciò emerge dalla valutazione della concentrazione di ossigeno disciolto e del potenziale redox, dai campionamenti dei metalli sul fondale e dall’analisi della flora e della fauna marine: per tutti questi aspetti non esistono differenze significative rispetto ad un’area di riferimento (bianco) posta ad una certa distanza dallo scarico.