Le linee di adduzione consortili con 17 stazioni, 45 km di costa serviti, 62 km di tubazioni in vari diametri (da DN 300 a DN 1300) e materiali (acciaio, PEAD, cemento e ghisa) rappresentano una parte significativa del totale delle opere.
Si può considerare attendibile una lunghezza dei collettori di adduzione all’impianto (considerando 2 volte lo sviluppo lineare quando si tratta di 2 collettori affiancati) di circa 62 km.
La potenza installata sulle stazioni di pompaggio è circa il 43% del totale, con una maggiore criticità delle linee dovuta alla disposizione (rispetto per esempio al depuratore centrale) di impianti in serie più che in parallelo.
Le rotture delle condotte rappresentano l’aspetto ambientale più grave che si verifica nell’attività consortile. Comportano disagi e interruzioni del sollevamento del liquame all’impianto, per evitare fuoriuscite su strada e richiedono interventi urgenti in reperibilità con un grosso sforzo del personale operativo per ridurre il più possibile i tempi di intervento.
Si sono verificate molte rotture su condotte in acciaio, che 25 anni fa presentavano buona resistenza alle sollecitazioni meccaniche e bassi costi di primo impianto (anche per il mancato utilizzo di sovra- spessori anticorrosione) ma oggi, in conseguenza della forte aggressione chimica e dell’erosione operata dal liquame sono tutte potenzialmente a rischio. Ogni materiale ha una durata e presenta vantaggi e svantaggi, ma il Consorzio ha adottato nelle nuove realizzazioni prevalentemente ghisa sferoidale. Sono stati anche utilizzati il polietilene ad alta densità (per un tratto a gravità con minore pressione), l’acciaio ad elevato spessore (percorsi difficoltosi con necessità di saldature più resistenti sui giunti) ed il relining (ovvero l’applicazione di un rivestimento termoplastico indurente interno, che è un metodo meno invasivo che è stato applicato a Celle Ligure perché il tubo preesistente era sovrastato dalla passeggiata); ma le considerazioni costi/benefici, se le condizioni al contorno lo consentono (i diametri, le pressioni di pompaggio, le condizioni ed il percorso di posa, le sollecitazioni..) fanno propendere prevalentemente per la ghisa sferoidale.
Infatti la tratta S10-S15 realizzata per ultima (da Noli a Vado), in ghisa, non ha dato problemi significativi di manutenzione. La ghisa sferoidale utilizzata per le sostituzioni è comunque un materiale migliore rispetto alla ghisa grigia ed è stata utilizzata anche per l’allaccio del Comprensorio finalese (24 km), operativo dall’estate 2008.
Per evitare le rotture in periodo estivo sono stati intrapresi consistenti interventi di riparazione con ingenti investimenti (solo nel 2010 oltre 3 milioni di euro).
A maggio 2009 sono stati sostituiti 5.784 metri di collettori mentre il totale per cui è prevista la sostituzione nel corso degli anni ammonta a circa 34 km.